Le buone prassi realizzate in Calabria nella formazione professionale

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Le ricerche e gli studi condotti nell’ambito delle politiche attive del lavoro e della formazione professionale hanno molta importanza per valutare le attività realizzate e i risultati conseguiti

ma in una realtà ancora in forte ritardo rispetto agli obiettivi di Lisbona come quella calabrese, ancora più importante è il lavoro di studio per indirizzare preliminarmente gli interventi strategici per lo sviluppo del nostro territorio. Per questo motivo il presente lavoro risulta particolarmente interessante. La scommessa che la Regione Calabria sta affrontando è proprio quella di trasformare le criticità in punti di forza e di promuovere la nascita di una nuova cultura dove l’apprendimento reciproco rappresenti un’ulteriore possibilità di trarre insegnamento dall’esperienza di altri che hanno già affrontato problemi simili attraverso lo scambio di buone pratiche. Delineare quali siano i punti di forza da utilizzare per sostenere tutte quelle azioni che possano innescare un processo di accelerazione è stato l’obiettivo analitico perseguito dalla Regione Calabria e dall’Assessorato al Lavoro e Formazione professionale, con un lavoro di ricerca sul campo e col confronto con le esperienze di eccellenza realizzate in altri territori, nazionali ed europei. Il frutto di questo impegno vede la luce nel presente lavoro, che intende essere uno strumento per gli operatori del settore sia privati che pubblici, tutti impegnati assieme ad affrontare e cercare di risolvere il difficile “rompicapo” di trovare la proposta più efficace possibile nel cercare di sostenere il progresso economico, sociale e culturale della comunità calabrese. Intendo pertanto ringraziare chi si è impegnato in questa attività di ricerca che va a vantaggio di tutta la regione e di tutti i cittadini, soprattutto i giovani risorse preziose e strategiche che con le loro competenze e professionalità possono determinare una decisiva inversione di tendenza allo sviluppo regionale, a condizione che tale patrimonio sia adeguatamente sostenuto e valorizzato con una strategia di politica attiva del lavoro che renda il sistema adeguato alla competitività.

 

 

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